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cultură şi spiritualitate

Lirica, cibo e lo charme di un'elegante signora: sono questi "gli ingredienti" della Capitale italiana della cultura 2020.

Passeggiando lungo Strada Massimo d’Azeglio si incontra l’Ospedale Vecchio, che in occasione di Parma 2020 sarà ...
Passeggiando lungo Strada Massimo d’Azeglio si incontra l’Ospedale Vecchio, che in occasione di Parma 2020 sarà sede di “Hospitale”, una mostra sulla sua storia e su quella del quartiere dell’Oltretorrente.
FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO BARTELETTI

Articolo estratto da National Geographic Traveler Inverno 2019/2020

Parma è una donna elegante e d’altri tempi che si imbelletta per una prima al Teatro Regio, dove gli scalini e l’ingresso hanno il tappeto rosso delle grandi occasioni. Rosso come le sue labbra, mentre afferra al volo il soprabito e si affretta per non far tardi.

È la prima immagine che ho di questa città, Capitale italiana della cultura 2020, capace di autoalimentarsi perché ricca dal punto di vista culturale e gastronomico, ma con un occhio sempre attento al resto del mondo. In occasione di Parma 2020 le associazioni culturali lavoreranno infatti a stretto contatto con le industrie per migliorare qualità e vivibilità della città: i turisti avranno la possibilità di sperimentare più di 300 attività, anche in spazi cittadini inconsueti e magari sconosciuti.

Perché la cultura, a tratti e a torto sottovalutata, ha il potere di rigenerare il nostro tempo.

Turisti e cittadini popolano piazzale della Pace, alle spalle del Complesso della Pilotta e a due ...
Turisti e cittadini popolano piazzale della Pace, alle spalle del Complesso della Pilotta e a due passi dal Teatro Regio. Di recente è stato trasformato in area verde diventando punto di ritrovo per i giovani.
FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO BARTELETTI

Una visita proprio al Teatro Regio è d’obbligo, se non altro per percorrere i suoi corridoi pensando che prima di te, molti anni prima, lo ha fatto anche Maria Luigia, duchessa di Parma dal 1814 al 1847 e moglie di Napoleone. Il Regio venne inaugurato nel 1829 con la Zaira di Bellini: fu un fiasco clamoroso. I parmigiani rimasero così scottati da questa esperienza che l’opera non venne mai più rappresentata. Giuseppe Verdi invece è il compositore che più di ogni altro è rimasto nel cuore della città. Diresse soltanto cinque prove di una delle sue opere, ma ogni anno ha al Regio un festival a lui dedicato. 

Mentre mi avvio verso il complesso della Pilotta studio alcune foto di un altro teatro, costruito al suo interno, il Farnese, e capisco subito perché tutti chiedano di visitarlo. Prima di tutto perché nasce come una sala d’armi dove si svolgevano esercitazioni belliche: ammirandolo nei suoi 90 metri di lunghezza è facile immaginare fantini a cavallo che si sfidano. Poi, perché è una meraviglia per gli occhi: progettato nel 1617 dall’architetto Aleotti per volere del duca di Parma Ranuccio I, ha una forma ad anfiteatro ed è stato realizzato in legno di abete rosso per ottimizzarne l’acustica.

Fu inoltre il primo teatro in Europa con i cambi di scena durante gli spettacoli, ed è incredibile pensare che qui in passato vennero rappresentati solo nove spettacoli. Quello che non tutti sanno è che oggi si possono rivivere le emozioni del passato assistendo ai concerti. Ho avuto il privilegio di ascoltare le prove di un contrabbassista che si preparava per una serata: nel silenzio assoluto c’erano solo lui e la sua musica, con quell’odore di abete rosso che permeava l’aria. Ho sentito forte il potere della cultura che ha viaggiato nei secoli fino ad arrivare a noi, in un tempo diventato indefinito.
 

Il suggestivo Teatro Farnese, al primo piano del Palazzo della Pilotta, è una tappa imperdibile nella ...
Il suggestivo Teatro Farnese, al primo piano del Palazzo della Pilotta, è una tappa imperdibile nella visita della città. Nato nel XVII secolo, è risorto in epoca moderna dopo essere stato quasi del tutto distrutto dai bombardamenti del 1944. Al suo interno è possibile ancora oggi assistere a concerti.
FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO BARTELETTI

Mi trovo a un passo dal ponte Giuseppe Verdi, che mi guida oltre il torrente che scorre a fianco del centro città. Oltretorrente, è così che viene chiamato il quartiere più popolare e storico: uno degli obiettivi di Parma 2020 è anche quello di riportare in auge le sue strade, le radici della città. Il modo migliore per farlo è ammirare l’Ospedale Vecchio: con la sua pianta a croce pare una cattedrale, invece fino al 1926 è stato, appunto, un ospedale.

Simbolo di resistenza e distretto della memoria civile e militare: qui nel 1922 le barricate antifasciste fermarono Italo Balbo proteggendo l’edificio e gli abitanti. “Balbo, t’è pasè l’Atlantic mo miga la Perma” (Balbo, hai attraversato l’Atlantico ma non il torrente Parma), dice un detto parmigiano. Oggi sede dell’Archivio di Stato, in questi mesi l’Ospedale Vecchio si sta preparando per accogliere i turisti con una ricchissima mostra multimediale che racconterà la sua storia e quella del quartiere.

Non posso però soggiornare a Parma senza conoscere un pezzo di storia della città: mi aspetta il marchese Guidobaldo Dalla Rosa Prati, nel suo palazzo proprio accanto al Duomo e al Battistero. Per raggiungerlo attraverso il centro passando per Strada Farini, meta molto amata dai giovani che soprattutto la sera si ritrovano per un aperitivo. Dopo aver varcato la soglia dell’appartamento mi basta la sua stretta di mano per capire che il nome altisonante e il titolo nobiliare molto poco hanno a che fare con quest’uomo accogliente e dai modi semplici: quasi 93 anni e una mente brillante, mi racconta delle sue passioni che tuttora coltiva.

Il volo acrobatico - pilota esperto, ha più di 5.000 ore di attività - e l’archeologia subacquea. «Sott’acqua sono morto almeno 15 volte, per poi ritrovarmi a galla, col sole in faccia», mi dice coi suoi modi pacati.

Momenti di relax nel Parco ducale, il giardino pubblico cittadino, il cui primo nucleo sorse nella ...
Momenti di relax nel Parco ducale, il giardino pubblico cittadino, il cui primo nucleo sorse nella seconda metà del ‘500 attorno al palazzo voluto dal duca di Parma, Ottavio Farnese.
FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO BARTELETTI

I dettagli delle sue avventure incantano, potresti pensare siano favole se non fosse per due cose: gli album fotografici che mi mostra, a testimonianza della sua incredibile vita in giro per il mondo alla ricerca di mari sempre più profondi e cieli sempre più alti. E i suoi occhi di un raro azzurro limpido: proiettano i fotogrammi delle sue storie, e si capisce che hanno ancora tanto da vedere.

Quindici anni fa ha deciso assieme ai figli di ricavare alcuni alloggi all’interno del palazzo per poter aprire le porte di casa sua ai turisti che possono soggiornare qui, in una posizione privilegiata. Se passate davanti al palazzo, tendete l’orecchio: con ogni probabilità dal balcone al primo piano arriverà musica classica. Immaginatelo nello studio, mentre programma il suo prossimo viaggio. (continua…)

Questo articolo è un estratto del più ampio servizio su Parma, tratto da National Geographic Traveler Inverno 2019/2020, in edicola

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Creat de altmariusclassic Dec 23, 2020 at 11:45am. Actualizat ultima dată de altmariusclassic Ian 24, 2021.

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