di Biagio Scuderi
Ha preso il via domenica 31 luglio, con I Capuleti e i Montecchi di Bellini, la Stagione Lirica 2016 di Padova. Fino al Concerto di Capodanno del 1° gennaio saranno tre gli appuntamenti da non perdere: dal 19 al 24 settembre il Teatro Verdi ospiterà anzitutto il 28° Concorso Lirico Internazionale “Iris Adami Corradetti” (il 24 il Concerto dei Finalisti accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Veneta), una competizione che rappresenta per la città una pagina della sua storia musicale e che ha portato fortuna ‒ negli anni ‒ a diversi cantanti oggi affermati (tra gli altri: Daniela Barcellona, Roberto Aronica, Riccardo Zanellato, Simone Piazzola, Francesca Dotto, Annalisa Stroppa e Luciano Ganci). Il 28 e il 30 di ottobre riflettori puntati sul Flauto magico di Mozart, nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo e Bassano Operafestival che vedrà Myron Michailidis sul podio e Federico Bertolani al tavolo di regia. Il 29 e 31 dicembre toccherà invece alla Bohème di Puccini, altro nuovo allestimento in coproduzione con Rovigo che porterà la firma di Eduardo Strausser (alla guida del cast) e Paolo Giani (regia, scene, costumi e luci).
E proprio Paolo Giani ha curato l’intero apparato scenico dei Capuleti andati in scena, la scorsa domenica, nella suggestiva corte del Castello Carrarese, spazio in cui i detenuti dell’ex carcere potevano godere della cosiddetta “ora d’aria”. Un grande torso classico e ‒ posta sulla diagonale ‒ una testa riversa sono gli unici segni (e simboli) che Giani dispone sulla scena per dare cornice al dramma di Vincenzo Bellini e Felice Romani che più volte straborda sin sul loggiato alle spalle dello stage. Due “americane” disposte ai lati danno luce a una regia che appare però priva di nerbo e invenzione, e neanche la bacchetta di Andrea Albertin brilla per vigore o puntuale resa delle dinamiche contenute in partitura. Non all’altezza della prova il Coro Città di Padova, convincenti invece i solisti, in primis le donne: il mezzosopranoAnnalisa Stroppa (Romeo), tessitura corposa e avvolgente ma che si sfibra (troppo) agli estremi; ed Ekaterina Sadovnikova (Giulietta) timbro brillante ma poco coinvolgente per carenza di carattere. Buona la prova di Giordano Lucà (Tebaldo), Matteo D’apolito (Lorenzo) e Daniel De Vicente (Capellio).
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