La bellezza delle rive dei laghi lombardi spinse i romani a realizzare anche lì sontuose ville, molto simili a quelle costruite sulle coste marittime, tanto che Plinio scrive, a proposito delle dimore sul Lario, che erano fatte “more Baiano”, cioè come quelle di Baia. Una di queste ville, posta sull’estremità della penisola occupata da Sirmione, è quella oggi chiamata Grotte di Catullo, risalente all’età di Augusto. Realizzata sull’area di un edificio repubblicano, occupava uno spazio di 167,5 x 105 metri, cui vennero aggiunti due avancorpi a nord e a sud. L’area interessata era, dunque, di 20.000 mq e aveva a settentrione, verso il lago, una terrazza panoramica di 1400 mq. Altre terrazze e portici, per ammirare l’ambiente lacustre circostante, si trovavano anche sui lati lunghi, e il cuore della dimora era costituito da un giardino interno di 4.000 mq: insomma, chi ci abitava e i suoi ospiti godevano ora di un paesaggio (quello naturale) ora dell’altro (quello antropizzato). Va aggiunto, inoltre, che lì la natura era protagonista anche sulle pareti, coperte di affreschi con animali e vegetali.

Benché la villa sia stata costruita dopo la morte del poeta, l’accostamento del suo nome a questo complesso si deve certamente al carme 31, che esalta la bellezza della penisola di Sirmione, dove sorgeva la struttura e ora si trovano le rovine. Queste furono dette grotte perché, nei secoli scorsi, così sembravano, per la fitta vegetazione che le aveva invase. Furono visitate da molti viaggiatori, che lasciarono per iscritto le loro impressioni. Eccone alcune.

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LE “CAVERNE” DI CATULLO (Marin Sanuto, 1483)

Ora è mila cinque (da Peschiera) a Serminium, patria di Catullo veronese, cantator de’ versi erotici…et qui è le suo caverne dove stava.

UN SITO DEGNO DI MAGNIFICI EDIFICI (Isabella Gonzaga, 1514)

Heri fui sul monte a veder le ruine, et intrai in le cave per vederle bene; sono veramente meravigliose, maxime a me che non ho viste quelle di Roma, né mi meraviglio se a Romani piacesse questo sito, et lo havessino in delicie, perché è bellissimo et digno de mirabili hedeficj.

ROVINE DI MAGNIFICENZA REGALE (Torello Saraina, 1540)

In Sirmione è una grandissima et antichissima fabbrica … sonvi

ancora molte volte, e chiaramente a chiunque le vede

dimostranti magnificenza e regale (per dir così) maestà.

L’”ISOLETTA PATRIA DI CATULLO (Andrea Morosini e Benedetto Zorzi, 1598)

Questa isoletta è celebre per Catullo, famoso poeta, di cui fu patria. Mostrano gli abitatori alcune grotte che dicono essere antiche.

EDIFICI MERAVIGLIOSI E “MURA TENACISSIME” (Bongiani Grattarolo,1599)

Più oltre, nel fondo del lago, verso il Mantovano è una penisola…che entra nel lago forsi dui miglia…più à dentro sono alcune reliquie di fabbriche meravigliose antiche, con vie sotterranee, murate dalla banda, di mure tenacissime, coperte di sopra a volta. Di queste si favoleggia che passino sotto al lago e vadino a terminare nell’anfiteatro antico di Verona, detto l’arena, come che niuno a dì nostri si sia messo a farne la prova.

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CIÒ CHE RESTA AIUTA L’IMMAGINAZIONE (F. Hénin, 1801)

Sebbene la distruzione di questo antico palazzo sia oggi, per così dire, completa e il tempo ne ha fatto sparire ciò che ne poteva indicare un ordine architettonico, tuttavia restano abbastanza basamenti di muratura, dei pilastri, delle porzioni di archi, dei muri e dei sotterranei, per aiutare l’immaginazione a ricomporre la costruzione, tale e quale poteva essere nel suo insieme … Ci sono, sotto le rovine, diversi sotterranei con soffitto a volta, che si possono visitare, e tra essi se ne distingue uno notevole per posizione e per la sua estensione … Ci si entra da più buchi. Ho osservato che negli spazi dove si può penetrare ci sono le volte perfettamente conservate. Il poco tempo che ho avuto per percorrere questo interessante locale non mi ha permesso di portare oltre le mie ricerche. La pianta che do supplirà alla descrizione imperfetta che sto per farvene.

PORTICI, TORRI E PASSAGGI SOTTERRANEI (J. Chetwode Eustace, 1802)

Nel mezzo di un uliveto si innalzano le rovine di una vecchia costruzione, che alcuni credono fossero terme romane; poco distante è una volta chiamata grotta di Catullo. La parte estrema del promontorio contiene portici, torri e passaggi sotterranei.

TESSERE DI MOSAICO CHE AFFIORANO QUA E LÀ (J. Jakob Wetzel, 1824)

… sorgono le rovine di quello che un tempo fu il palazzo del poeta romano … La terra intorno alle rovine è disseminata di pezzetti di mosaico che si possono estrarre facilmente e che i viaggiatori conservano come ricordo del loro soggiorno in questo luogo.

MURA SUPERBE E ARCHI CADENTI (Cesare Betelloni, 1834)

Penisola famosa che l’aprico

dorso di tre sollevi alme colline.

Lasciami interrogar di quell’antico

edificio i vestigi e le rovine.

Mura superbe, archi cadenti, o quali

grande memorie nel mmio cuor versate…

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LA DIMORA DI UN “OPULENTO SIGNORE” (Faustino Sanseverino, 1839)

La via che conduce al palazzo di Catullo si apre in mezzo ad un bosco di ulivi, che copre quasi tutto il paese … Il garzoncello che mi serviva da guida … mi fece discendere per un buco coperto dall’erba nelle grotte e volte sotterranee, le quali sembra che fossero una via coperta … All’estremità più occidentale del monte e della spiaggia sorge il palazzo di Catullo, il quale doveva essere grandioso e magnifico, e che, basato quasi sull’acqua, posa un lato al colle e si erge sino alla sommità del medesimo. E qui vidi archi arditi, stupende sostruzioni, forti pilasti, grosse muraglie, lunghe gallerie e quanto insomma può costituire la dimora di un opulento e potente signore …

ARCATE E PILASTRI PER SORREGGERE UN GRANDE EDIFICIO (John Murray, 1877)

È all’estremità nord della penisola che si trovano le rovine più imponenti che conservano veramente la magnificenza romana. Comprendono arcate e pilastri in muratura massiccia, nello stile delle nobili costruzioni romane, consistenti in strati alternati di mattoni e calcare grigio del luogo. Servivano evidentemente a sostenere un grande edificio.