di Massimo Rolando Zegna
Nella bella intervista di Giuseppe Scuri che in questi giorni si può leggere a pagina 104 del numero di giugno di Amadeus, Giulio Prandi sintetizza quelle che sono le prerogative del Ghislieri Choir & Consort, ensemble in residence del Collegio Ghislieri di Pavia specializzato nel repertorio sacro del '700, che lo stesso maestro ha fondato nel 2003, sulla base di un lavoro condotto già a partire dal 1997: «Questo ensemble nasce da alcuni incontri importanti. Incontri con alcuni cantanti miei coetanei, che condividevano con me la voglia di approfondire il canto d'insieme, e al tempo stesso con strumentisti già affermati quali Marco Bianchi, Alberto Stevanin, Jorge Alberto Guerrero e Maria Cecilia Farina. (...) La peculiarità del Ghislieri C&C è il fatto di essere un ensemble unitario, non un coro accompagnato da un'orchestra. (...) Fin dalle origini abbiamo concepito un gruppo organico che lavorasse assieme e scavasse in profondità in questo repertorio. Proviamo e stidiamo tanto, ponendoci sempre interrogativi sulle nostre scelte. È un gruppo che punta a sviluppare una vera unità di fraseggio e di idee».
Oggi il Ghislieri Choir & Consort è un'importante realtà italiana che ha abbattuto in confini nazionali per affermarsi saldamente a livello europeo, ha avviato un'attività discografica con Sony-Deutsche Harmonia Mundi, partecipa ai più importanti festival europei di musica antica, ha pubblicato un disco con Amadeus, promuove progetti rivolti ai giovani musicisti in collaborazione con istituzioni importanti quali il Centre Culturel de Recontre d'Ambronay e la European Union Baroque Orchestra, ed è protagonista di Pavia Barocca, la rassegna internazionale di musica antica del Collegio Ghislieri.
L'edizione 2016 di Pavia Barocca è iniziata il 21 marzo e si concluderà il 27 giugno. Fitta la partecipazione del Ghislieri Choie & Consort, a partire dall'inaugurazione. L'ensemble tornerà a esibirsi nell'Aula Magna del Collegio il 7 giugno, in programma due oratori: Le Reinement de St. Pierre di Marc-Antoine Charpentier e lo Jephte di Giacomo Carissimi. In sintesi, come il'600 ha intonato le storie della Bibbia, nella doppia declinazione della scuola francese e di quella italiana, ma in qualsiasi caso con contrasti di profonda poesia ed eclatante battaglia, armonie struggenti e dolorose dissonanze. Grande musica, quella in cui la ricerca d'avanguardia trova un memorabile connubio con le passioni e il coinvolgimento dell'ascoltatore. Musica che merita di attraversare i secoli.
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