Patrizio Marrone - Conversazioni con le cose senza nome

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Ciro Longobardi, Tommaso Rossi, Daniele Colombo, Antonio Grandi, Quartetto Arcadia

Stradivarius 1 cd (Milano Dischi) 2016 

Voto Artistico: 


Voto Tecnico: 

A suo tempo allievo di Rihm e Manzoni, Patrizio Marrone ha un ricco catalogo di opere che abbracciano forme complesse come quelle del teatro musicale, del musical, dell’opera e della sinfonia. In questo caso il ventaglio però si apre su una parte del repertorio cameristico per strumento solo, a cui viene dedicato il ciclo delle Conversazioni con le cose senza nome, cinque quadri dedicati a pianoforte, violino e chitarra. Ad essi si aggiungono Non è una carezza per flauto dolce, Adagio e Rondò per quartetto di sassofoni. La scrittura che Marrone adopera in queste pagine dimostra una grandissima musicalità, sempre attenta nel trovare un fruttuoso equilibrio tra un veemente virtuosismo, a tratti parossistico, e la sospensione lirica dei non pochi momenti espressivi. Esempio ne è in special modo la IV Conversazione per violino o il brano per flauto, nei quali la tessitura diventa assai densa ed irta di difficoltà. L’idea formale che sta alla base di questo tipo di composizioni ricorda quella della toccata barocca e quell’esplorazione così vicina alla pratica improvvisativa. Attitudine che diventa modello per scritture sempre molto attuali, che partono quindi da una cellula per sviluppare percorsi che con essa hanno un rapporto dialettico. A far la loro parte anche interpreti come Ciro Longobardi strepitoso con il suo pianismo: disinvolto nelle rarefatte atmosfere “à la Satie” così come nelle esplorazioni più concitate.

Michele Coralli