Londra, 29 maggio 1918: inizia un sensazionale processo per diffamazione che infiamma il Regno Unito, grazie al quale un oscuro politico, Noel Pemberton Billing, riesce a essere rieletto in Parlamento.

Questa è una storia “minore”, ma emblematica, su come una delirante follia possa influenzare un’intera società

Noel Pemberton Billing

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Il suo nome è oggi praticamente sconosciuto (anche in patria), ma all’epoca dirigeva un settimanale, The Imperialist, – poi ribattezzato Vigilante – che diffondeva le sue opinioni politiche di estrema desta, ultra-nazionaliste e antisemite, infarcite di teorie complottiste.

All’Imperialist lavorava anche un ex militare, Harold Sherwood Spencer – allontanato dall’esercito per instabilità mentale (paranoia delirante) – che convinse Billing a pubblicare un articolo nel quale si sosteneva l’esistenza di una società segreta filotedesca chiamata “Mano Invisibile”, volta a provocare la rovina della Gran Bretagna, con la diffusione di “mali che tutti gli uomini decenti pensavano fossero morti a Sodoma a Lesbo”, ovvero l’omosessualità maschile e femminile.

In Gran Bretagna l’omosessualità maschile costituì reato sino al 1965, mentre quella femminile non fu mai considerata illegale

La Gran Bretagna stava perdendo la guerra (era l’inverno del 1917) perché gli ebrei stavano dalla parte dei tedeschi, che dal canto loro potevano ricattare 47.000 persone, per la loro vita sessuale pervertita:  “È una miscellanea molto cattolica. I nomi dei consiglieri privati, dei giovani del coro, delle mogli dei ministri, delle ballerine, persino dei ministri del gabinetto, mentre diplomatici, poeti, banchieri, editori, proprietari di giornali, membri della casa di Sua Maestà si susseguono senza ordine di precedenza…Nell’estasi lesbica i segreti più sacri dello stato furono traditi”.

Maud Allan

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Con “ballerine”, Billing si riferiva a Maud Allan che, secondo alcune voci, aveva avuto una relazione con la moglie dell’ex primo ministro.

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Anche il nome di Maud Allan è oggi praticamente sconosciuto, ma all’epoca era una ballerina che precorreva i tempi, danzando secondo “impostazioni impressionistiche dell’umore”.

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Maud, nata in Canada nel 1873 con il cognome di Durrant, si era trasferita in Germania per studiare pianoforte. Nel 1898 il fratello Theodore, a cui era molto legata, fu ritenuto colpevole dell’omicidio di due donne e quindi impiccato. Questo drammatico evento segnerà molto il carattere di Maud, che cambiò cognome, abbandonò il pianoforte e si dedicò alla danza.

L’8 marzo del 1908 debuttò a Londra con il suo spettacolo Vision of Salomè, liberamente ispirato all’opera di Oscar Wilde. Opera la cui rappresentazione teatrale era stata vietata nel Regno Unito fin dal 1892, ma in quel caso si trattava di un balletto, e quindi non erano previste restrizioni.

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La danza dei sette veli risultò tanto scioccante quanto affascinante, mentre il costume indossato dalla ballerina poteva urtare il senso del pudore dell’epoca, ma faceva affollare centinaia di persone ai suoi spettacoli, che contarono 250 repliche in due anni. A differenza di quanto si potrebbe pensare, erano le donne ad accorrere numerose, come scrisse il quotidiano Daily Chronicle:

Potrebbe essere stato un incontro suffragista … le donne erano di tutte le età, ben vestite, composte

Dopo aver portato lo spettacolo in tutto il mondo, nel 1918 Maud Allan programmò due rappresentazioni private della sua Salomè a Londra. Billing, nel pieno della propria battaglia antisemita e omofobica, pubblicò sul Vigilante un articolo intitolato “Il culto del clitoride”: secondo lui, l’interesse di molte spettatrici era dettato da un’inclinazione lesbica, e le mille persone prenotate per lo spettacolo facevano sicuramente parte del famigerato libro nero dei 47.000 pervertiti.

Maud Allan intentò causa per diffamazione e oscenità (il termine clitoride era considerato osceno) a Billing, che chiamò molti testimoni, tra i quali figuravano la sua amante, Eileen Villier-Stewart (alla faccia della purezza dei costumi), Harold S. Spencer e addirittura Lord Alfred Douglas, che per molti anni aveva avuto una relazione con Oscar Wilde, finito in prigione proprio a seguito di quel rapporto.

Noel Pemberton Billing e Eileen Villier-Stewart arrivano in tribunale

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Eileen Villier- Stewart dichiarò di aver personalmente visto alcuni nomi importanti (l’ex primo ministro e la moglie) nel famigerato libro nero, e quando il giudice la allontanò dal banco dei testimoni, affermò che anche il suo nome era nella lista. Spencer fu chiamato a testimoniare su cosa si intendesse per “culto del clitoride”, organo femminile menzionato per la prima volta al di fuori delle riviste mediche. I giornali dell’epoca si dilungarono in spiegazioni, ma la conclusione era che solo le lesbiche o i debosciati potevano conoscere sia il termine, sia la funzione del clitoride.

Lord Douglas, che da molto tempo aveva rinnegato il suo amico Oscar Wilde, si dilungò sulla pericolosità dei lavori dello scrittore…

Billing, che si autodifese, riuscì a convincere la giuria e fu assolto dalle accuse di diffamazione e oscenità, tra gli applausi del pubblico e della gente che aspettava fuori dal tribunale. Anni dopo, Eileen Villiers-Stewart confessò che tutto ciò che aveva detto era falso, dichiarato seguendo le precise istruzioni di Billing e Spencer.

In conseguenza dei fatti, Maud Allan non si esibì mai più in pubblico, se non una sola volta, molti anni dopo, a Los Angeles, dove morì, povera e dimenticata, nel 1956.