cultură şi spiritualitate
Nelle Vite dello storiografo Giovan Pietro Bellori si legge che il “Caravaggio riputavasi felicissimo con l’honore della Croce”, riferendosi a quando il celebre pittore ottenne il titolo di Cavaliere di Malta grazie al ritratto ch’egli realizzò per il Gran Maestro dei cavalieri di Malta, il francese Alof de Wignacourt (Fiandre, 1547 - La Valletta, 1622). Il primo dipinto che Caravaggio eseguì a Malta fu proprio il ritratto di Wignacourt, raffigurato in piedi e armato, oggi conservato al Louvre, e al committente piacque così tanto che “gli donò in premio la Croce”. Nominato Cavaliere dell’Obbedienza Magistrale (il rango più basso poiché quelli più alti erano riservati ai nobili) un anno dopo il suo arrivo a Malta, il 14 luglio 1608, e felicissimo “nelle lodi della pittura, vivendo in Malta con decoro della sua persona e abbondante di ogni bene”, quel suo prospero stato divenne ben presto di segno opposto, perché già nel mese di agosto Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) finì in carcere, “ridotto a mal termine di strappazzo e di timore”, poiché “venuto egli importunamente a contesa con un cavaliere nobilissimo”. Venne infatti arrestato e incarcerato nel Forte Sant’Angelo reo di aver ferito in una rissa il nobile astigiano Giovanni Rodomonte Roero, anch’egli cavaliere. Per liberarsi, ci racconta Bellori, “si espose a gravissimo pericolo, e iscavalcata di notte la prigione, fuggì sconosciuto in Sicilia, così presto che non poté essere raggiunto”: riuscì a evadere dal Forte il 6 ottobre, sicuramente aiutato da qualcuno, abbandonando per sempre l’isola e violando gravemente gli Statuti dell’Ordine. Perciò due mesi dopo, il 6 dicembre, i Cavalieri espulsero Caravaggio dall’Ordine come “membrum putridum et foetidum” perché scappando aveva tradito un fondamentale passo dello Statuto dei Cavalieri: “Non è lecito né in modo alcuno è permesso, ad alcuno de’ Fratelli nostri, habbiano qualsivoglia Dignità, od Ufficio di partirsi nascostamente o palesemente, senza espressa licenza del Maestro, ridotta in scritto”. A due mesi dalla sua fuga verso la Sicilia, gli venne dunque tolto il desiderato titolo nell’Oratorio di San Giovanni Decollato (di cui abbiamo parlato in questo articolo) che, oltre a costituire il fulcro della vita religiosa dei cavalieri, era anche luogo in cui si tenevano i processi del tribunale che giudicava i membri dell’Ordine che si erano macchiati di qualche colpa. La sentenza con i Cavalieri di Malta espellevano Caravaggio dall’Ordine venne letta proprio nello stesso Oratorio, fatto costruire da Wignacourt accanto alla Concattedrale della Valletta, e proprio sotto uno dei più grandi capolavori del Merisi, unica sua opera firmata: la Decollazione di san Giovanni Battista. Nel breve tempo della sua permanenza alla Valletta infatti riuscì a portare termine questo monumentale dipinto, che gli fu direttamente commissionato dal Gran Maestro dei cavalieri di Malta, la cui ambientazione richiama proprio una prigione. Come quella da cui il pittore riuscì a scappare.
Sono due le opere di Caravaggio che si possono ammirare ancora nella capitale maltese: oltre alla citata Decollazione (a cui abbiamo dedicato un approfondito articolo), nella Concattedrale di San Giovanni si trova il San Girolamo scrivente: si tratta di un’opera di dimensioni minori ma che testimonia ugualmente la carica espressiva tipica del celebre pittore lombardo. Gli venne commissionata dal suo amico Ippolito Malaspina, cavaliere lunigianese, per la Cappella della Lingua d’Italia, una delle otto cappelle laterali della Cattedrale che simboleggiano le diverse lingue parlate dall’Ordine (quelle d’italia e di Francia sono le due vicine all’altare).
La costruzione della Concattedrale si deve a Jean de la Cassiere, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri, che la commissionò nel 1572 all’architetto Gerolamo Cassar. Terminata nel 1577, con la sua facciata austera, gli interni vennero rinnovati in stile barocco con motivi dorati: l’edificio è considerato uno dei capolavori architettonici del barocco. La volta è stata magistralmente affrescata da Mattia Preti con scene della vita di san Giovanni Battista. La Concattedrale è inoltre simbolo della resistenza di Malta al Grande Assedio dei turchi ottomani del 1565: i cavalieri vinsero sugli ottomani che avevano assediato l’isola per espandersi nel Mediterraneo occidentale, allontanandoli e causando grave danno all’esercito. A distinguersi in questo evento fu Wignacourt, che poi nel 1601 sarebbe diventato Gran Maestro dell’Ordine. Una volta costruita la Concattedrale, quest’ultimo decise infatti di dedicarla al patrono dei Cavalieri di Malta, ovvero san Giovanni Battista.
Ancora prima che La Valletta fosse il centro politico di Malta, i Cavalieri dell’Ordine edificarono le cosiddette Tre Città (Senglea, Vittoriosa e Cospicua), come luoghi difensivi dalle minacce esterne. Svolsero un ruolo centrale del Grande Assedio del 1565. È possibile raggiungere queste Tre Città a bordo della Dghajsa, la tipica imbarcazione maltese guidata dai barklori che può accogliere fino a sei persone e che è in grado di attraversare il Grand Harbour in un quarto d’ora (per esempio dalla Valletta a Birgu - Vittoriosa in maltese) o circumnavigarlo in mezz’ora.
Senglea (Isla in maltese) è la città più piccola di Malta. Prende il nome da Claude De la Sangle, Gran Maestro dell’Ordine di Malta a cui si deve la sua costruzione. Quasi distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata ricostruita nella metà del Novecento e oggi passeggiare tra le sue viuzze adornate da balconi colorati è incantevole. Simbolo di Senglea è la torre vedetta di Gardjola dalla quale si gode di una panoramica vista. La torre è caratterizzata da un occhio e un orecchio ai suoi lati che simboleggiano la continua sorveglianza dei cavalieri sulla città.
Cospicua, in maltese Bormla, è la più nuova (dichiarata città nel 1722) e la più grande delle Tre Città. Conserva tuttavia strutture che risalgono al megalitico, oltre a strutture difensive costruite dai Cavalieri di Malta. Da visitare la chiesa dell’Immacolata Concezione che conserva pregevoli dipinti. Quest’ultima è famosa per aver miracolosamente resistito ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Infine, Vittoriosa, in maltese Birgu, fu capitale di Malta prima della Valletta. I Cavalieri la sostituirono a Mdina per la sua posizione privilegiata. Nel Grande Assedio, Vittoriosa svolse un ruolo centrale e principale bastione di difesa fu proprio il Forte Sant’Angelo, dove nel 1608 fu imprigionato Caravaggio. In occasione dell’assedio del 1565, i Cavalieri iniziarono a inviare fondi considerevoli che diedero la possibilità al Gran Maestro dell’Ordine Jean de la Vallette di costruire una nuova città fortificata, La Valletta. Oggi Vittoriosa si distingue per i caratteristici locali nella zona del porto turistico e per la presenza di musei, come il Palazzo dell’Inquisizione e il Maritime Museum, attraverso cui si può approfondire la storia di Malta. Nel mese di ottobre inoltre, si svolge ogni anno il Birgufest, in occasione della quale le strade della città vengono illuminate da tantissime candele, rendendo l’atmosfera particolarmente suggestiva.
Questo itinerario sulle tracce di Caravaggio e dei Cavalieri dell’Ordine di Malta può concludersi dove si concluse anche la permanenza a Malta del pittore: il Forte Sant’Angelo. Al centro del Grand Harbour, sulla punta estrema di Vittoriosa, è simbolo del ruolo strategico dell’isola, specialmente a partire dal Grande Assedio da parte dei turchi ottomani. Su un insediamento fortificato di epoca romana noto come Castrum Maris, il Forte venne modificato tra il 1530 e il 1690 e subì colpi diretti durante la seconda guerra mondiale. Oggi Forte Sant’Angelo offre impressionanti viste panoramiche sul Grand Harbour e sulle città circostanti, svolgendo quindi una funzione attrattiva dal punto di vista turistico. Caravaggio non l’avrebbe pensata invece allo stesso modo: ebbe del Forte tutt’altro ricordo.
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Creat de altmariusclassic Dec 23, 2020 at 11:45am. Actualizat ultima dată de altmariusclassic Ian 24, 2021.
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