cultură şi spiritualitate
FOTOGALLERIA A 500 anni dalla morte, la sua strabiliante creatività e le sue lungimiranti intuizioni nell’arte, nella scienza e nell’ingegneria non smettono di stupirci. Il servizio di copertina del numero di maggio 2019 di National Geographic Magazine
di Claudia Kalb - fotografie di Paolo Woods e Gabriele Galimberti
In un istante, passato e presente convergono; una sensazione che non ho mai provato prima. Mi trovo al castello di Windsor per ammirare la collezione reale britannica dei disegni di Leonardo da Vinci.
Fuori dalle imponenti mura di pietra i turisti scattano selfie o scelgono strofinacci da cucina da portare a casa come souvenir. All’interno, oltre il portale ad arco, Leonardo mi trascina nel Rinascimento.
Mi sembra quasi di sentire l’artista che sussurra mentre osservo un volume rilegato in pelle del tardo Cinquecento nella sontuosa sala delle stampe. Il dorso del volume è decorato con motivi dorati. Sulla copertina, macchiata e consumata dal tempo, si legge Disegni di Leonardo da Vinci restaurati da Pompeo Leoni.
Nessuno sa esattamente come il manoscritto sia arrivato in Inghilterra, ma la sua provenienza è chiara: lo scultore italiano Pompeo Leoni acquistò i disegni di Leonardo dal figlio di Francesco Melzi, devoto allievo dell’artista, e li rilegò in almeno due volumi. Nel 1690 il volume di 234 fogli contenente le peregrinazioni della mente avida di sapere di Leonardo è entrato a far parte della Royal Collection.
Martin Clayton (foto in alto), direttore del Dipartimento stampe e disegni del Royal Collection Trust, estrae alcuni fogli e immediatamente salta all’occhio la portata e la varietà degli interessi di Leonardo: botanica, geologia, idraulica, architettura, ingegneria militare, geometria, cartografia, ottica, anatomia... Leonardo disegnava per comprendere l’ignoto, per indagare sui misteri dell’universo, armato di inchiostro, matita e punta d’argento.
I disegni denotano una lucidità che toglie il fiato. Il più piccolo, un frammento non più grande di un pollice, mostra un busto femminile, evocato con pochi tratti leggeri. Il più famoso, reso con teneri segni e ombreggiature a sanguigna, raffigura un feto rannicchiato nell’utero.
Ogni soggetto è stato analizzato con estrema precisione visiva: lo studio di un drappeggio di una Madonna; mortai che bombardano una fortezza; l’ombra e la penombra create da un corpo opaco colpito dalla luce; un teschio, un cuore, un piede e la varietà dei tratti del volto umano: dalla radiosità di Leda alle fattezze informi di un uomo anziano.
«Ciò che colpisce osservando alcuni di questi fogli è il modo in cui l’artista passa da un soggetto all’altro, senza restrizioni», afferma Clayton. «È estremamente emozionante seguire il lavoro di una mente tanto aperta».
Curioso per indole, vorace nella sua incessante ricerca della verità, Leonardo aveva una vera e propria brama di conoscenza. Annotava le cose che si proponeva di fare, come “fa’ occhiali da vedere la Luna grande” o “figura la cagione del riso” e cercava risposte a una miriade di domande: qual è la distanza tra il sopracciglio e il punto in cui il labbro si unisce al mento? Perché le stelle si vedono di notte e non di giorno? Che rapporto c’è tra i rami di un albero e lo spessore del suo tronco? Cosa separa l’acqua dall’aria? Dove si trova l’anima? Come si spiegano gli starnuti, gli sbadigli, la fame, la sete e la lussuria?
I suoi dipinti saranno anche più celebri, ma sono gli innumerevoli manoscritti e disegni a mettere a nudo i meccanismi del genio di Leonardo. La fertilità della sua mente - la gamma di ipotesi che verificava, i viaggi intellettuali, scientifici e filosofici in cui si imbarcava - è evidente in ognuno dei 7.000 fogli conservati a Windsor, nelle biblioteche di Parigi, Londra, Madrid, Torino e Milano e nella collezione privata di Bill Gates.
In occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo, anche i taccuini dell’artista sono oggetto di rinnovato interesse. I musei allestiscono mostre dei suoi disegni e gli studiosi pubblicano nuove analisi, investigando ancora più a fondo le sue molteplici creazioni.
Ma, soprattutto, le pagine dei manoscritti sono finalmente a disposizione degli esperti delle varie discipline studiate da Leonardo, dalla medicina, all’ingegneria meccanica, alla musica. Tornando indietro di secoli, questi specialisti ricavano dagli appunti di Leonardo nuovi spunti per il loro lavoro. E mentre la medicina, la scienza e la tecnologia continuano a ridefinire i limiti di ciò che l’uomo può fare, gli appunti e i disegni di Leonardo ci rivelano quanto ancora abbiamo da imparare.
Per citare le parole dello storico dell’arte e studioso di Leonardo, Martin Kemp: «Nessuno dei suoi predecessori o dei suoi contemporanei ha prodotto qualcosa di paragonabile per varietà, intelligenza speculativa e intensità visiva. E niente di simile è accaduto nei secoli successivi». (continua ...)
Il testo completo del servizio, con le schede, su National Geographic Magazine di maggio in edicola
Nella foto in alto: Castello di Windsor; Martin Clayton, responsabile delle stampe e dei disegni del Royal Collection Trust, esamina uno degli schizzi di Leonardo mentre è circondato da una selezione di altri. "Il modo olistico di guardare il mondo", afferma Clayton, è "la lezione più preziosa che Leonardo ha da offrire." Duecento disegni dalla Collezione Reale britannica saranno esposti alla Queen's Gallery di Buckingham Palace da fine maggio a metà ottobre 2019.
Sandro Schievenin si accerta di eventuali danni provocati da un fulmine alla sfera posta sulla sommità della cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Il progetto di questa sfera di bronzo dorato, posta sulla sommità della cupola di Brunelleschi e completata durante l’apprendistato fiorentino con Andrea del Verrocchio, ebbe un’influenza significativa sulla formazione di Leonardo.
Dopo un restauro durato cinque anni, l’Adorazione dei Magi si offre di nuovo al pubblico, rivelando pennellate, colori e immagini rimasti a lungo nascosti.
Nel dipinto incompleto, commissionato nel 1481, si notano le modifiche eseguite in corso d’opera, testimonianza del processo creativo dell’artista. L’opera è esposta in una sala degli Uffizi dedicata a Leonardo.
Si ipotizza che La Gioconda ritragga Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, mercante di seta fiorentino. Ogni anno al Louvre di Parigi milioni di visitatori si accalcano davanti al dipinto, che non è mai stato restaurato.
Questa immagine, che è anche la foto di copertina di National Geographic Magazine di Maggio 2019, ritrae un'addetta del Louvre addetta a spolverare il plexiglass che protegge il dipinto
Sinistra: A Firenze Leonardo divenne famoso per il suo prodigioso talento e ricevette le prime commissioni. «Per i mecenati era una forma di prestigio, un simbolo di potere», afferma lo studioso Paolo Galluzzi. Nella foto l’artista di strada Valter Conti travestito da Leonardo si dirige verso la Galleria degli Uffizi, dove si farà fotografare con i turisti.
Destra: Una statua di Leonardo fotografata nelle cave di Carrara, le stesse dove si recava Michelangelo cinque secoli fa per scegliere il marmo delle sue sculture. La statua, realizzata da Torart, un’azienda italiana specializzata in scultura robotica, è una copia di quella Dell’Ottocento che si trova sotto il portico della Galleria degli Uffizi. Gli artigiani usano progetti generati al computer, scalpelli digitali, getti d’acqua ad alta pressione e la loro manualità per creare riproduzioni e pezzi originali.
I progetti di ingegneria di Leonardo includevano di tutto, dalle ruote alle pulegge agli argani, alle invenzioni più impensate, come un leone meccanico che ideò per il re di Francia. In questo disegno, del 1485 circa, disegnò una macchina destinata a sollevare carichi pesanti.
La sua inusuale capacità di disegnare i soggetti da più punti di vista, come fossero in tre dimensioni, gli ha permesso di mostrare il paranco nella sua forma assemblata (a sinistra) e diviso nei suoi componenti (a destra).
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Creat de altmariusclassic Dec 23, 2020 at 11:45am. Actualizat ultima dată de altmariusclassic Ian 24, 2021.
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