di Laura Corchia
https://restaurars.altervista.org/gli-esordi-di-gustav-klimt-favola/
Gustav Klimt esordì negli anni Ottanta come pittore storicista, la corrente artistica che dominava la Vienna di fine secolo. Questo stile, che aveva Hans Makart come caposcuola, si ispirava alle epoche passate, mescolando storia e mito con un’esecuzione vivace e ricca di virtuosismo.
Gustav Klimt, Favola, 1883
Favola fu dipinta da Klimt nel 1883 per l’editore Gerlach & Schenk, che aveva avviato la pubblicazione di una serie di lussuosi volumi dal titolo Allegorie e Emblemi, intesi, secondo la moda dell’epoca, come repertorio di modelli. Il sottotitolo descrive bene l’intento del volume: Progetti originali dei più eminenti artisti moderni, insieme a riproduzioni di antichi stemmi di corporazioni, e progetti moderni di emblemi in carattere rinascimentale.
La bellissima scena è ambientata in un fitto bosco. Al centro è rappresentata una donna nuda che impersona, appunto, la Favola, cui allude il rotolo di pergamena appoggiato dietro la mano destra. Alla sua sinistra, un maestoso leone dorme accucciato in primo piano, mentre sui rami alcuni topolini giocano a rincorrersi. A destra, Klimt raffigura due cicogne e una volpe. Tutta l’atmosfera rimanda ai racconti di La Fontaine e Charles Perrault, pur non alludendo ad alcuna narrazione in particolare.
La sensualità delle scena è data dalla penombra che fa risaltare il bellissimo corpo nuda della donna, la cui pelle candida è appena coperta da un panno che le scivola sulla schiena. Rispetto alle opere di Makart, quella dipinta da Klimt si caratterizza per la maggiore sobrietà e per la scelta di mettere in evidenza la massa chiara e luminosa del corpo della Favola rispetto alla grande macchia nera sulla sinistra. Molta attenzione è riposta nella rappresentazione dei dati naturalistici: i piccoli fiori, le piume degli uccelli, il vello degli animali, le rocce, il paesaggio posto sullo sfondo.
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