altmarius

cultură şi spiritualitate

Gengis Khan, il conquistatore delle steppe

In soli vent’anni, il condottiero mongolo creò un impero sterminato, inanellando vittorie grazie al suo carisma personale, alla scelta di generali in base ai loro meriti (e non al loro lignaggio) e all’uso sistematico del terrore


Agli inizi del XIII secolo gli eserciti mongoli, guidati da Gengis Khan, furono protagonisti di una delle espansioni militari più importanti della storia. In poco più di vent’anni i mongoli conquistarono buona parte del nord della Cina, dove allora si estendevano il regno di Xi Xia e l’impero jurchen, e distrussero l’impero musulmano Corasmio, situato in Asia Centrale.

I successori del condottiero mongolo proseguirono con le conquiste, e nel giro di pochi anni giunsero a minacciare Paesi molto distanti, come Ungheria, Egitto e Giappone.

La cavalleria mongola insegue i nemici sconfitti. Miniatura del Compendio delle cronache di Rashid al-Din. 1305 circa

La cavalleria mongola insegue i nemici sconfitti. Miniatura del Compendio delle cronache di Rashid al-Din. 1305 circa

Foto: Bridgeman / Aci

A prima vista, la folgorante espansione mongola risulta difficile da spiegare. Di sicuro i pastori nomadi erano guerrieri formidabili: il loro stile di vita li aveva trasformati in eccellenti cavalieri e arcieri, e un clima duro li aveva abituati a sopportare le lunghe privazioni della vita militare. Ma nessuno dei popoli nomadi che li aveva preceduti come conquistatori venuti dalle steppe aveva avuto un successo anche lontanamente paragonabile al loro. Anzi, gli eserciti di Gengis Khan non poterono approfittare di alcun vantaggio tecnologico sui loro predecessori.

Infatti, la loro arma principale, il potente arco composito, presentava solo piccole differenze rispetto a quello usato dagli sciti più di duemila anni prima. D’altro canto, nemmeno l’organizzazione dell’esercito mongolo, strutturato in unità di 10, 100, 1000 e 10.000 uomini, era una novità, ed era stata utilizzata da diversi popoli nomadi, da quando gli Xiongnu, fondatori del primo impero della Mongolia, l’avevano adottata per la prima volta nel lontano III secolo a.C.

Un elemento determinante per comprendere questo successo è proprio la figura di Gengis Khan. Fu uno dei migliori generali della sua epoca ed è considerato, a ragione, uno dei grandi conquistatori della storia.

Nel 1206 Temujin fu eletto signore di tutti i nomadi della steppa e fu insignito del titolo di Gengis Khan, che significa “sovrano universale”. Ulan Bator, Mongolia

Nel 1206 Temujin fu eletto signore di tutti i nomadi della steppa e fu insignito del titolo di Gengis Khan, che significa “sovrano universale”. Ulan Bator, Mongolia

Foto: Bridgeman / Aci

   

Il carisma del leader

Le imprese di Gengis Khan sono portentose e tra le sue conquiste si contano due degli Stati più potenti della sua epoca: l’impero jurchen e quello di Corasmia. Le sue battaglie campali condussero ad altrettante vittorie: contro il regno di Xi Xia a Keyimen (1209); contro gli Jurchen a Fuzhou (1211), a Xijiang (1212) e a Yizhou (1213), e contro i Corasmi (Kwarezm) sul fiume Indo (1221).

In quegli anni, inoltre, altri eserciti mongoli guidati da un gruppo di subordinati di talento, come Jebe, Subetei e Mujali, inflissero a questi stessi nemici altre schiaccianti sconfitte. E sono proprio questi uomini a ricordarci un’altra chiave del successo di Gengis Khan: l’instaurazione della meritocrazia nell’esercito o, in altre parole, la scelta degli uomini cui affidare ruoli di responsabilità basata sulle loro capacità e qualità personali e non sulla loro appartenenza all’aristocrazia mongola.

Gengis Khan, però, non ebbe a disposizione solo un folto gruppo di eccellenti sottoposti: costoro gli erano anche assolutamente fedeli, persino uomini come Jebe, che con una freccia aveva ucciso il cavallo di Gengis Khan durante una battaglia, uomini che erano stati suoi nemici ed egli aveva perdonato.

Il loro stile di vita trasformò i nomadi in eccellenti arcieri e cavallerizzi

Fu il carisma del conquistatore mongolo a fargli guadagnare la lealtà incondizionata dei suoi soldati, come quella volta che, dopo una confusa battaglia contro i Tayichiut, una tribù mongola che rifiutava di riconoscerlo come khan, fu ferito gravemente al collo sul campo di battaglia e fu salvato da Jelme, uno dei suoi migliori guerrieri, che lo curò per tutta la notte e giunse a infiltrarsi nell’accampamento nemico per trovare il latte di cavalla da offrire al suo khan ferito e assetato.

La battaglia del fiume Kalka. Nel 1223, i mongoli sconfissero una coalizione di principati russi. Accatastarono i prigionieri vivi e celebrarono la vittoria sopra di essi

La battaglia del fiume Kalka. Nel 1223, i mongoli sconfissero una coalizione di principati russi. Accatastarono i prigionieri vivi e celebrarono la vittoria sopra di essi

Foto: Culture-Images / Album

   

Disciplinati e flessibili

Un altro pilastro dell’esercito di Gengis Khan fu l’instaurazione di una durissima disciplina. Nel 1202, prima di una spedizione per vendicarsi dei tatari, che avevano ucciso suo padre quarant’anni prima, il conquistatore mongolo impartì questo preciso ordine alle sue truppe: «Se vinciamo, che nessuno si impossessi del bottino, poiché sarà equamente ripartito più tardi; e se dobbiamo ritirarci, torniamo nel luogo da cui siamo partiti e, rimessici in formazione, attacchiamo di nuovo con impeto. Chiunque non torni in formazione sarà decapitato». In questo modo eliminò uno dei principali punti deboli degli eserciti nomadi: molte volte, dopo aver vinto una battaglia, i guerrieri saccheggiavano l’accampamento nemico, permettendo così ai vinti di mettersi in fuga.

Sovente, le punizioni erano collettive. Secondo Giovanni da Pian del Carpine – il missionario francescano che visitò l’impero mongolo 18 anni dopo la morte di Gengis Khan e che può considerarsi il primo europeo a stabilire relazioni diplomatiche con l’Oriente –, se qualche soldato di un’unità di dieci uomini (arban) fuggiva in battaglia, veniva giustiziato con i suoi compagni, e se era un’intera arban a fuggire, veniva giustiziata l’unità di cento soldati (yaghun) alla quale apparteneva.

I mongoli si distinsero anche per la loro grande capacità di adattamento, mostrando una notevole propensione per provare nuove strategie al momento di affrontare situazioni sconosciute. Forse l’ambito nel quale si notò maggiormente tale attitudine fu la guerra d’assedio, il grande tallone d’Achille di molti eserciti nomadi. Durante il primo assedio di una grande città fortificata, Xingzhou, la capitale del regno di Xi Xia attaccata nel 1209, l’esercito di Gengis Khan, senza macchine d’assedio né conoscenze tecniche, cercò di demolire le mura della città deviando il corso di un fiume in modo che distruggesse le fondamenta. Le grandi piogge provocarono lo straripamento del fiume, che finì per inondare l’accampamento dei mongoli, ma la determinazione che questi ultimi avevano dimostrato convinse il re di Xi Xia ad arrendersi e consegnare loro la capitale del regno.

Gengis conquistò Samarcanda nel 1220. Lì, nel mausoleo di Gur-e Amir, riposa l’ultimo gran conquistatore nomade: Tamerlano, che la fece capitale

Gengis conquistò Samarcanda nel 1220. Lì, nel mausoleo di Gur-e Amir, riposa l’ultimo gran conquistatore nomade: Tamerlano, che la fece capitale

Foto: R. Philips / Arco / Age Fotostock

   

Nondimeno, fu nel nord della Cina, nella guerra contro gli Jurchen, che i mongoli si adattarono a questo tipo di guerra. Durante la prima campagna, nel 1211, riuscirono a impossessarsi soltanto di città piccole o mal difese, principalmente grazie ad attacchi a sorpresa. Negli anni seguenti, però, svilupparono un potente sistema di assedio semplicemente reclutando migliaia di disertori cinesi, che apportarono le conoscenze tecniche e persino le macchine d’assedio che ai mongoli mancavano. In questo caso, la capacità di adattamento si unì alla meritocrazia, che non era applicata soltanto ai mongoli: chiunque poteva servire nell’esercito di Gengis Khan, che fosse un umile pastore della steppa con attitudine al comando o un disertore cinese con le giuste conoscenze nella guerra d’assedio.

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

Il terrore come arma

La componente più controversa dello stile di guerra mongolo fu il terrore. Nelle sue conquiste di Stati stanziali, Gengis Khan attuò in modo premeditato una politica della paura, diffusa attraverso la violenza. Tale pratica, però, non era l’azione fuori controllo di “barbari” assetati di sangue, bensì uno strumento calcolato per facilitare le conquiste: quanto più una zona opponeva resistenza, tanto più crudele era la condotta dei mongoli, e i terrorizzati sopravvissuti alle rappresaglie – che talvolta gli stessi mongoli lasciavano fuggire – erano gli involontari latori del messaggio che qualsiasi resistenza contro il nemico era del tutto inutile.

Naturalmente, i mongoli non furono i primi a passare per le armi l’intera popolazione di una città, e non sarebbero stati gli ultimi, ma probabilmente nessuno prima l’aveva fatto su questa scala. Perché? In decisa inferiorità numerica rispetto alle popolazioni sottomesse, non potevano permettersi il lusso di lasciare ingenti guarnigioni a vigilare sulle zone problematiche, e per questo motivo sceglievano lo sterminio. Per le vittime, però, e per gli storici stanziali che ci hanno lasciato resoconti delle imprese mongole, per i quali l’obiettivo delle guerre era la conquista di popolazioni di lavoratori che erano la base della ricchezza, si trattava di un comportamento insensato. Non c’è dubbio, comunque, che le zone conquistate dagli eserciti di Gengis Khan, specialmente il nord della Cina e l’impero corasmio, persero una parte significativa della loro popolazione.

Gengis Khan mette in fuga i nemici. Miniatura tratta dal Compendio delle cronache, di Rashid al-Din. XIV secolo

Gengis Khan mette in fuga i nemici. Miniatura tratta dal Compendio delle cronache, di Rashid al-Din. XIV secolo

Foto: Bibliotheque Nationale, Paris / Bridgeman / Aci

In definitiva, le campagne condotte da Gengis Khan sono impressionanti e, assieme alle conquiste dell’Islam, costituiscono una delle espansioni militari più importanti mai osservate nella storia.

Un impero destinato a durare

La grandezza di Gengis Khan non si limita tuttavia all’ambito militare. Il condottiero e sovrano mongolo gettò le fondamenta del nuovo impero, organizzando l’amministrazione e affidandola a consiglieri e funzionari provenienti dai territori conquistati (di nuovo la meritocrazia), dando continuità all’immenso Stato che aveva costituito. In questo modo, evitò che le sue conquiste fossero semplicemente una gigantesca operazione di saccheggio e riuscì a farne la base di quello che, nel giro di pochi decenni, sotto il governo del nipote Mongke Khan, divenne l’impero terrestre più esteso della storia.




Vizualizări: 7

Adaugă un comentariu

Pentru a putea adăuga comentarii trebuie să fii membru al altmarius !

Alătură-te reţelei altmarius

STATISTICI

Free counters!
Din 15 iunie 2009

209 state 

(ultimul: Eswatini)

Numar de steaguri: 273

Record vizitatori:    8,782 (3.04.2011)

Record clickuri:

 16,676 (3.04.2011)

Steaguri lipsa: 33

1 stat are peste 700,000 clickuri (Romania)

1 stat are peste 100.000 clickuri (USA)

1 stat are peste 50,000 clickuri (Moldova)

2 state au peste 20,000  clickuri (Italia,  Germania)

4 state are peste 10.000 clickuri (Franta, UngariaSpania,, Marea Britanie,)

6 state au peste 5.000 clickuri (Olanda, Belgia,  Canada,  )

10 state au peste 1,000 clickuri (Polonia, Rusia,  Australia, IrlandaIsraelGreciaElvetia ,  Brazilia, Suedia, Austria)

50 state au peste 100 clickuri

20 state au un click

Website seo score
Powered by WebStatsDomain

DE URMĂRIT

1.EDITURA HOFFMAN

https://www.editurahoffman.ro/

2. EDITURA ISTROS

https://www.muzeulbrailei.ro/editura-istros/

3.EDITURA UNIVERSITATII CUZA - IASI

https://www.editura.uaic.ro/produse/editura/ultimele-aparitii/1

4.ANTICARIAT UNU

https://www.anticariat-unu.ro/wishlist

5. PRINTRE CARTI

http://www.printrecarti.ro/

6. ANTICARIAT ALBERT

http://anticariatalbert.com/

7. ANTICARIAT ODIN 

http://anticariat-odin.ro/

8. TARGUL CARTII

http://www.targulcartii.ro/

9. ANTICARIAT PLUS

http://www.anticariatplus.ro/

10. LIBRĂRIILE:NET

https://www.librariileonline.ro/carti/literatura--i1678?filtru=2-452

11. LIBRĂRIE: NET

https://www.librarie.net/cautare-rezultate.php?&page=2&t=opere+fundamentale&sort=top

12.CONTRAMUNDUM

https://contramundum.ro/cart/

13. ANTICARIATUL NOU

http://www.anticariatulnou.ro

14. ANTICARIAT NOU

https://anticariatnou.wordpress.com/

15.OKAZII

https://www.okazii.ro/cart?step=0&tr_buyerid=6092150

16. ANTIKVARIUM.RO

http://antikvarium.ro

17.ANTIKVARIUS.RO

https://www.antikvarius.ro/

18. ANTICARIAT URSU

https://anticariat-ursu.ro/index.php?route=common/home

19.EDITURA TEORA - UNIVERSITAS

http://www.teora.ro/cgi-bin/teora/romania/mbshop.cgi?database=09&action=view_product&productID=%20889&category=01

20. EDITURA SPANDUGINO

https://edituraspandugino.ro/

21. FILATELIE

 http://www.romaniastamps.com/

22 MAX

http://romanianstampnews.blogspot.com

23.LIBREX

https://www.librex.ro/search/editura+polirom/?q=editura+polirom

24. LIBMAG

https://www.libmag.ro/carti-la-preturi-sub-10-lei/filtre/edituri/polirom/

25. LIBRIS

https://www.libris.ro/account/myWishlist

26. MAGIA MUNTELUI

http://magiamuntelui.blogspot.com

27. RAZVAN CODRESCU
http://razvan-codrescu.blogspot.ro/

28.RADIO ARHIVE

https://www.facebook.com/RadioArhive/

29.IDEEA EUROPEANĂ

https://www.ideeaeuropeana.ro/colectie/opere-fundamentale/

30. SA NU UITAM

http://sanuuitam.blogspot.ro/

31. CERTITUDINEA

www.certitudinea.com

32. F.N.S.A

https://www.fnsa.ro/products/4546-dimitrie_cantemir_despre_numele_moldaviei.html

Anunturi

Licenţa Creative Commons Această retea este pusă la dispoziţie sub Licenţa Atribuire-Necomercial-FărăModificări 3.0 România Creativ

Note

Hoffman - Jurnalul cărților esențiale

1. Radu Sorescu -  Petre Tutea. Viata si opera

2. Zaharia Stancu  - Jocul cu moartea

3. Mihail Sebastian - Orasul cu salcimi

4. Ioan Slavici - Inchisorile mele

5. Gib Mihaescu -  Donna Alba

6. Liviu Rebreanu - Ion

7. Cella Serghi - Pinza de paianjen

8. Zaharia Stancu -  Descult

9. Henriette Yvonne Stahl - Intre zi si noapte

10.Mihail Sebastian - De doua mii de ani

11. George Calinescu Cartea nuntii

12. Cella Serghi Pe firul de paianjen…

Continuare

Creat de altmariusclassic Dec 23, 2020 at 11:45am. Actualizat ultima dată de altmariusclassic Ian 24, 2021.

© 2024   Created by altmarius.   Oferit de

Embleme  |  Raportare eroare  |  Termeni de utilizare a serviciilor