cultură şi spiritualitate
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09450/
Indirizzo: Via Folli, 1/A (nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Viboldone, San Giuliano Milanese (MI)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: monastero
Configurazione strutturale: La chiesa presenta una struttura basilicale ad andamento longitudinale, a tre navate voltate a crociera non costolonata. La muratura perimetrale portante è in mattoni pieni, così come le colonne che scandiscono le navate, con capitelli dello stesso materiale a cubo scantonato. La struttura portante della copertura è in travi lignee. Palazzo dei Priori presenta murature perimetrali portanti in mattoni pieni. La copertura è sorretta da un impianto strutturale ligneo
Epoca di costruzione: metà sec. XII - inizio sec. XIII
In cotto, la chiesa presenta una struttura basilicale ad andamento longitudinale, a tre navate voltate a crociera non costolonata, con transetto non sporgente e cappella absidale a terminazione piatta, secondo un impianto analogo a quello dell'altra fondazione umiliata milanese, S. Maria di Brera. Le quattro campate verso la facciata mostrano caratteri tali che hanno condotto a ipotizzare una distanza cronologica rispetto al blocco absidale. Sulla volta del coro si imposta la massiccia torre campanaria.
La facciata, a capanna, è, come il resto dell'edificio, in cotto, ed è scandita in tre campi da due robusti salienti ;è "a vento" come nel S. Bassiano di Lodi Vecchio. Un'iscrizione ricorda l'anno 1348 e il nome del priore che condusse a compimento la fabbrica, Guglielmo Villa. Nella lunetta del portale è un gruppo di scuola campionese con la Madonna col Bambino fra i santi.
Intorno alla metà del Trecento, dopo il completamento dell'esterno, cominciò anche la decorazione interna della chiesa abbaziale; essa costituisce uno dei più ampi e significativi complessi di affreschi gotici presenti in Lombardia, scoperti sotto pesanti strati di calce negli anni a cavallo fra Otto e Novecento da Diego Sant'Ambrogio e poi da Fernanda Wittgens negli anni Trenta, e restaurati negli anni Sessanta del Novecento. I dipinti si concentrano in particolare nella zona orientale della chiesa: due sono le campagne decorative trecentesche di maggior rilievo, la cui lettura permette di comprendere il significato dell'intera cultura pittorica lombarda del periodo post-giottesco.
L'opera più antica è la lunetta sopra l'arco di accesso alla zona absidale, che raffigura la Madonna col Bambino in trono fra Michele arcangelo che presenta un donatore e santi, datata 1349. Stilisticamente distinto dalla rimanente parte della decorazione del coro fin dagli anni Quaranta del Novecento, questo affresco di carattere votivo è opera di un frescante ancora anonimo, indicato dagli studiosi con il nome convenzionale di Maestro del 1349, la cui provenienza e formazione è tuttora oggetto di un intenso dibattito critico: se si tratti cioè di un artista di origine fiorentina, giunto in Lombardia sulla scia dei fatti della "peste nera" di metà secolo e suggestionato da alcuni tratti della coeva pittura lombarda (Longhi), ovvero di un lombardo sollecitato dalla lezione di Giotto e di Maso di Banco attraverso la conoscenza diretta dei più precoci episodi milanesi di giottismo "riformato", dalle Storie della Vergine del tiburio di Chiaravalle alla Crocifissione di S. Gottardo in Corte.
Molti elementi stilistici accomunano il Maestro del 1349 con Giusto de' Menabuoi, cui gli studiosi unanimemente assegnano la decorazione delle tre pareti dell'ultima campata lasciate libere dalla lunetta votiva e affrescate probabilmente in stretta contiguità cronologica con essa: esse sono occupate senza soluzione di continuità dalla grande scena del Giudizio Universale, scoperta nel 1898 e restaurata più volte. Quella di Viboldone è senza dubbio la traccia più significativa del lungo soggiorno lombardo dell'artista toscano, prolungatosi fin verso il 1370; il Giudizio, solitamente raffigurato sulla controfacciata come monito per il fedele che lascia la chiesa, si trova invece a Viboldone in una zona destinata ad essere vista soltanto dalla comunità monastica. Giusto riprende semplificandolo lo schema del Giudizio di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova, città nella quale il Menabuoi stesso sarà attivo nei decenni successivi.
La quarta campata della navata centrale è interamente decorata con Storie della Vita di Cristo, nelle vele della volta e sulle pareti. Prevalgono qui il tono narrativo, talvolta quasi colloquiale, e l'amorosa descrizione dei particolari,tanto che alcuni studiosi ipotizzano l'identità di mano dei due cicli in favore di Anovelo da Imbonate. Assegnato agli anni Sessanta del Trecento, è stato recentemente avanzato al 1380 circa per la maggior modernità.
Il territorio a sud di Milano, particolarmente ricco d'acque, costituisce un elemento di forte attrazione non solo per l'ordine cistercense, ma anche per un altro importante elemento della religiosità cittadina, gli Umiliati. E pressoché nello stesso periodo. La più antica testimonianza che ricordi la presenza dei frati umiliati nel territorio è infatti una convenzione stipulata nel 1176 da Guido da porta Orientale col prevosto di S. Giuliano per l'uso di certi appezzamenti di terreno da parte dei frati "della chiesa di S. Pietro che si deve costruire". Nel 1186 papa Urbano III accoglie sotto la sua protezione la chiesa di S. Pietro di Viboldone. Di questo nucleo originario, nulla di visibile rimane. L'attuale struttura è infatti frutto di una radicale ricostruzione che si disloca tra lo scorcio del XIII e la prima metà del XIV secolo.
Uso attuale: cascina: cascina; chiesa: chiesa; palazzo del priore: convento; torre: non utilizzato
Uso storico: intero bene: monastero
Condizione giuridica: proprietà Stato
Accessibilità: APERTURA DELL'ABBAZIA
Mattino
Ore 5.25-12.30
Pomeriggio
Ore 14.30-18.30
Per informazioni:
contattare l'Associazione amici dell'abbazia di Viboldone attraverso il sito www. viboldone.it;
Per contattare il Monastero: benedettine@viboldone.
La si raggiunge in:
AUTO
Da Milano:
Strada Statale Emilia (SS 9) fino a San Giuliano, attraversare tutto il centro abitato, al primo grande rondò (Stazione FS) prendere la direzione per Locate Triulzi (SP 46);
Tangenziale:
uscita San Giuliano, seguire le indicazioni per Viboldone (scarse)
TRENO
Treno locale Milano/Piacenza: stazione San Giuliano,
poi a piedi per circa 1 km, in aperta campagna, su viale alberato (molto bello).
METRO / AUTOBUS
in Metro fino a San Donato
da Milano Metropolitana Milanese (MM3 - linea gialla) sino al capolinea di San Donato Milanese;
in autobus fino a San Giuliano
dal piazzale della Metropolitana a San Donato partono due linee di autobus che fermano a San Giuliano:
- Linea ATM 121 per San Giuliano: scendere al capolinea che si trova alla Stazione FS di San Giuliano;
- Linea Autoguidovie Sud-Est z420 per Melegnano: scendere a San Giuliano, alla fermata Roma-SP 164 (di fronte al ristorante "la Ruota", nei pressi del piazzale della Stazione FS di San Giuliano).
a piedi fino a Viboldone
dalla fermata di San Giuliano (alla Stazione FS) imboccare il sottopasso ferroviario e proseguire a PIEDI lungo il viale alberato in mezzo alla campagna. ( 1 KM CIRCA)
ORARIO
autobus ATM in partenza dal capolinea della METROPOLITANA di San Donato fino alla Stazione FS di San Giuliano
autobus AUTOGUIDOVIE in partenza dal capolinea della METROPOLITANA di San Donato in direzione di Melegnano, fino alla fermata Via Roma-SP164 di San Giuliano.
Previato L., San Giuliano Milanese, una storia da raccontare, Renate 1989
Previato L., S. Giuliano Milanese. Cenni storici, San Giuliano Milanese 1975
Wittgens F., Gli affreschi della Badia degli Umiliati in Viboldone, Milano 1933
L'Abbazia di Viboldone, San Giuliano Milanese 1961
Moro M.C., L'Abbazia di Viboldone: storia, arte, vita religiosa, Milano 1995
L'Abbazia di Viboldone, Milano 1959
Un monastero alle porte della citta, atti del Convegno per i 650 anni dell'abbazia di Viboldone, Un monastero alle porte della città, Milano 1999
Auletta Marrucci R., L'Abbazia di Viboldone, Milano 1990
ASMi, Mappe del Catasto di Carlo VI, 1721
Visualizzatore geografico NaDIR: visualizza mappa
Percorso tematico: Architetture del Gotico lombardo
Compilatore: Coloru, Stefano (1989)
Compilazione testi: Cassanelli, Roberto
Responsabile scientifico testi: Cassanelli Roberto
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Bianchini, Fabio
Ultima modifica scheda: 19/05/2015
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Creat de altmariusclassic Dec 23, 2020 at 11:45am. Actualizat ultima dată de altmariusclassic Ian 24, 2021.
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