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La storia della Sainte-Chapelle: da reliquiario a monumento storico nazionale


di Sara Venturiero

http://restaurars.altervista.org/la-storia-della-sainte-chapelle-da...

Nella frenetica corsa medievale ad accaparrarsi le più importanti reliquie cristiane, Re Luigi IX di Francia (divenuto poi San Luigi) ebbe un ruolo fondamentale per quella che poi divenne il più imponente contenitore di testimonianze della fede cattolica. Ci troviamo a L’Île de la Cité, una delle due isole fluviali della Senna (l’altra è l’Île Saint-Louis), nel centro di Parigi, la quale ospita anche la maestosa Cattedrale di Notre-Dame, sede dell’arcivescovo di Parigi ed il complesso del Palais de la Cité, all’epoca Palazzo Reale, oggi sede del Palazzo di Giustizia. Siamo nel 1246 quando Re Luigi IX, devotissimo, diede il via ai lavori per la costruzione della Cappella palatina.

Sainte_Chapelle

Il suo intento era quello di poter conservare al suo interno la preziosissima corona di spine di Gesù Cristo, avuta nel 1239 dall’imperatore latino di Costantinopoli, Baldovino II, come pegno per un ingente prestito in denaro che ammontava a 135.000 lire tornesi; questa somma paragonata alle 40.000 del costo dell’intera costruzione, ci fa capire quanto quella fosse una cifra abbastanza cospicua per l’epoca. Nel corso dei lavori, la raccolta delle mistiche relique aumentò, componendosi di numerosi altri pezzi pregiatissimi, tra cui anche alcune gocce del sangue di Cristo e dei frammenti della Vera Croce, di cui purtoppo non resta l’intero corpus a causa degli atti vandalici subìti durante la Rivoluzione Francese. E’ proprio durante gli scontri rivoluzionari che la Cappella divenne una sorta di ufficio amministrativo, di cui, per ovvie ragioni, non ebbero alcun occhio di riguardo: addossarono alle vetrate enormi schedari, distrussero il coro e abbatterono la guglia più alta (quella attuale è difatti la ricostruzione in legno di cedro fatta realizzare da Viollet-le-Duc e Lassus nel 1854, alta ben 33 metri). Inoltre, in fondo al cortile del Palazzo di Giustizia, si apriva la porta della Conciergerie, dalla quale passarono le carrette delle 2600 vittime destinate alla ghigiottina, tra cui vennero rinchiusi anche Maria Antonietta, Andrè Chenier, Danton e Robespierre. Qualche anno più tardi, la Cappella venne sconsacrata da Napoleone, il quale fece rimuovere le lastre delle vetrate istoriate fino a 2 metri d’altezza, rispetto ai 15 metri che erano in origine, per impedire alla luce di entrare e danneggiare i documenti d’archivio che vi fece stipare. I primi interventi di restauro iniziarono a realizzarsi nel 1845 da Viollet-le-Duc; anche se non può definirsi un vero e proprio restauro, in quanto non seguì quelle che oggi come oggi definiamo i canoni esecutivi in circostanze simili.

(disegno realizzato da A. Rouargue nel 1846 in cui si nota l'assenza della guglia non ancora ricostruita)
(disegno realizzato da A. Rouargue nel 1846 in cui si nota l’assenza della guglia non ancora ricostruita)

L’intera struttura si sviluppa su due livelli: la Cappella Inferiore e la Cappella Superiore.

La Cappella Inferiore, quella destinata al popolo, si presenta come un ambiente più tozzo rispetto a quella Superiore, alta 6.60 metri e lunga 17, (dedicata alla Vergine, la cui statua è posta proprio al suo ingresso) ma dal grande impatto visivo. La policromia che si presenta agli occhi è data dall’alternanza tra il dorato del giglio di Francia, su fondo azzurro e le torri di Castiglia su fondo rosso intenso, entrambi simboli che ricordano le origini di re Luigi IX, ovvero quella francese e quella spagnola, da parte di madre, Bianca di Castiglia. Le volte delle quattro campate, scandite dagli spicchi creati dai sottili costoloni, ci danno l’impressione di un maestoso cielo stellato, ma in realtà sono riccamente decorte dallo stesso motivo del giglio francese dorato su fondo azzuro intenso, il tutto sorretto da esili colonnine. A terminare la decorazione di questo ambiente, sulle pareti laterali si notano 12 medaglioni raffiguranti gli Apostoli, mentre sulla sinistra possiamo notare la delicata ma severa scultura di Luigi IX.

Interno della Cappella Inferiore con la statua di Luigi IX
Interno della Cappella Inferiore con la statua di Luigi IX

Per quanto riguarda la Cappella Superiore, quella accessibile esclusivamente alla famiglia reale, presenta una navata visivamente più stretto, ma di enorme leggerezza ed eleganza, dove la luce domina interamente l’ambiente. E’ uno tra gli esempi più sublimi della concezione del Divino nell’arte gotica, in cui la Luce è essa stessa testimonianza della presenza di Dio tra gli uomini, quasi come se volesse avvolgere ogni particolare presente. La magnificenza delle sue 15 enormi vetrate istoriate (incentrate sulle vicende dell’Antico Testamento) filtrano la luce solare, riempiendo l’imbiente di un’atmosfera mistica dai toni del rosso e del blu, per una superficie di circa 600mq interamente in vetro, di cui studi scientifici dicono che il 75% sia originale. Invece per quanto riguarda il ricco rosone posto sulla controfacciata, risale alla fine del XV secolo e raffigura scene dell’Apocalisse. L’imponente, eppur leggerissima navata, conduce verso l’abside eptagonale (7 lati) al centro del quale domina il delicatissimo altare-reliquiario, nel quale appunto era custodita la corona di Cristo, oggi conservata nel tesoro della Cattedrale di Notre-Dame. Fortunatamente gli atti vandalici rivoluzionari non hanno portato gravi danni alla decorazione scultorea, la quale presenta le statue dei 12 Apostoli.  L’impressione che si ha entrando in questo ambiente è quasi di incredulità pensando che le possenti campate possano poggiare su pareti interamente in vetro e su colonnine esili da sembrare inappropriate per il loro compito, proprio per questo vengono in aiuto gli archi rampanti esterni, che sono appunto da sostegno all’intera struttura.

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